Nel 1920 gli scioperi andavano avanti ad oltranza, un mese due mesi, sebbene non esistessero diritti. Storico è stato lo sciopero delle lancette degli operai della Fiat sostenuti dal loro partito. Su questo fronte (delle tutele) siamo praticamente tornati indietro di cent’anni. Non è successo altrettanto per quanto riguarda gli ideali e il coraggio ormai smarriti.
Due, quattro ore, mezza giornata di sciopero simbolico sono nulla per dare lo zuccherino ai lavoratori e allo stesso tempo non fare troppo male alle multinazionali, rispetto alle migliaia di ore di dignità sottratta attraverso assunzioni con voucher (peraltro non pagati) e contratti da due soldi.
Così non si cambia.
Riporto alla memoria uno scritto di Antonio Gramsci, ripreso dal testo GRAMSCI VIVO, casa editrice ISKRA, di Ghilarza, fondata da una grande persona deceduta per tenere fede ad un impegno di lavoro e regalatomi pochi giorni fa dalla sorella.
“ La classe Italiana è livellata sotto il rullo compressore della reazione capitalistica. Per quanto tempo ? Nulla è perduto se rimane intatta la coscienza e la fede, se i corpi si arrendono ma non gli animi.
Gli operai della Fiat per anni e anni hanno lottato strenuamente, hanno bagnato del loro sangue le strade, hanno sofferto la fame e il freddo, essi rimangono per questo loro passato glorioso, all’avanguardia del proletariato italiano, essi rimangono militi devoti alla rivoluzione. Hanno fatto quanto è dato fare agli uomini in carne ed ossa; togliamoci il cappello dinanzi alla loro umiliazione perché anche in essa è qualcosa di grande che si impone ai sinceri e agli onesti ”. Antonio Gramsci 8 maggio 1921.
Oggi parte della classe capitalistica è in crisi, ma il rullo compressore è sempre in azione e paradossalmente è rappresentato da quegli esponenti politici e sindacali che hanno scelto di guardare altrove, salve fortunatamente le rare eccezioni.