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Vaccino Covid e licenziamento? Inutile ed eccessivo terrorismo.

Scritto da Gianni Benevole

Di recente ha preso piede il dibattito sull’obbligo del lavoratore di sottoporsi al vaccino contro il Covid, pena, in caso di rifiuto, il licenziamento.

Alcuni autorevoli giuristi il Magistrato Dr. Guariniello e il Giuslavorista Prof. Avv. Ichino hanno, senza riserve, affermato che il rifiuto del lavoratore giustificherebbe il suo licenziamento. Pieno rispetto per il loro punto di vista, ma tuttavia ritengo che sia estremamente azzardato. Tutti ricordiamo le posizioni espresse dal Prof. Ichino, all’indomani della pubblicazione, nel 2012, della legge Fornero. Era favorevole ad una rigorosa e restrittiva applicazione. Molti Tribunali e la Corte di Cassazione hanno fornito una diversa interpretazione e smentito in gran parte la rispettabile posizione del Prof. Ichino.

Senza addentrarmi in complicate argomentazioni giuridiche e in articolati riferimenti normativi è sufficiente evidenziare che, allo stato, non esiste nel nostro ordinamento una disposizione che imponga un siffatto obbligo di vaccinazione in capo al lavoratore. Sussiste invero l’obbligo per il datore, stabilito dal codice civile e dal testo unico sulla sicurezza, oltre che dalla recente normativa speciale emergenziale, di adottare misure idonee a tutela della salute dei propri dipendenti e dunque di rendere disponibile il vaccino a chi lo richiedesse.

Il rifiuto di sottoporsi al vaccino non può certamente fondare il licenziamento per giustificato motivo oggettivo e ancor meno per giusta causa. Trovo molto difficile che un Tribunale – in considerazione della normativa, anche speciale, attualmente in vigore – possa adottare una decisione che consideri legittimo una siffatta tipologia di licenziamento, salvi ovviamente casi e contesti, in cui, in concreto, potrebbero assumere particolare rilievo gravi o gravissime circostanze.

Ancora meno le generalizzazioni sulla legittimità del licenziamento sono condivisibili alla luce della risoluzione n. 2361 approvata pochi giorni fa, precisamente il 27 gennaio 2021, dal Consiglio d’Europa che vieta agli Stati di rendere obbligatoria la vaccinazione covid o che una simile imposizione possa essere usata per discriminare lavoratori o chiunque non faccia vaccino.

Di seguito i punti salienti della richiamata risoluzione:

7.3.1 assicurarsi che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sottoposto a pressioni per farsi vaccinare, se non lo desiderano farlo da soli;

7.3.2 garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per non voler essere vaccinato.

In caso di violazione si potrà denunciare il fatto davanti al Tribunale del Lavoro.

https://pace.coe.int/en/files/29004/html

 

 

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Info Autore

Gianni Benevole

Gianni Benevole, abilitato al patrocinio davanti alla Corte di Cassazione. Ho iniziato la mia formazione come avvocato civilista, da oltre quindici anni opero prevalentemente anche nel settore del diritto del lavoro.

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